revolutionistaWho: Stiletto and... possibly you?
Where: ???
When: Day 396, maybe, anywhen that isn't like bad trauma time.
[A Live notification goes out, but when you tune in, the feed is completely black; not a shred of light anywhere. Perhaps the broadcaster is somewhere utterly dark... or perhaps she just has her phone's camera blocked.
For a few moments, there is only silence, and then a soft rustle of a book's pages. Then, a cold young woman's voice begins to read - obviously Stiletto, to those who know her. The language, though, is probably known to few here, or maybe it gets autotranslated by hell magic? Who knows. But she's reading in Italian.]
Tutti gli Stati, tutti i dominii che hanno avuto, e hanno imperio sopra gli uomini, sono stati e sono o Repubbliche o Principati. I principati sono o ereditari, de’ quali il sangue del loro Signore ne sia stato lungo tempo Principe, o e’ sono nuovi.
I nuovi o sono nuovi tutti, come fu Milano a Francesco Sforza, o sono come membri aggiunti allo stato ereditario del Principe che gli acquista, come è il Regno di Napoli al Re di Spagna.
Sono questi dominii, così acquistati, o consueti a vivere sotto un Principe, o usi ad esser liberi; ed acquistansi o con le armi di altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù.
[She reads at a measured pace, voice steady and calm, the occasional brief pause as she turns the pages.]
De’ Principati ereditari.
Io lascerò indietro il ragionare delle Repubbliche, perchè altra volta ne ragionai a lungo. Volterommi solo al Principato, e anderò, nel ritessere queste orditure di sopra, disputando come questi Principati si possono governare e mantenere.
Dico adunque, che nelli Stati ereditari, ed assuefatti al sangue del loro Principe, sono assai minori difficultà a mantenergli, che ne’ nuovi; perchè basta solo non trapassare l’ordine de’ suoi antenati, e dipoi temporeggiare con gli accidenti, in modo che se tal Principe è di ordinaria industria, sempre si manterrà nel suo Stato, se non è una straordinaria ed eccessiva forza che ne lo priva; e privato che ne sia, quantunque di sinistro abbia lo occupatore, lo racquista.
Noi abbiamo in Italia, per esempio, il Duca di Ferrara, il quale non ha retto agli assalti de’ Viniziani nell’84, nè a quelli di Papa Iulio nel 10 per altre cagioni che per essere antiquato in quel Dominio. Perchè il Principe naturale ha minori cagioni e minori necessità di offendere; donde conviene che sia più amato; e se strasordinarii vizi non lo fanno odiare, è ragionevole che naturalmente sia ben voluto da’ suoi; e nell’antichità e continuazione del dominio sono spente le memorie e le cagioni delle innovazioni; perchè sempre una mutazione lascia lo addentellato per la edificazione dell’altra.
De’ principati misti.
Ma nel Principato nuovo consistono le difficultà. E prima se non è tutto nuovo, ma come membro, che si può chiamare tutto insieme quasi misto, le variazioni sue nascono in prima da una natural difficultà, quale è in tutti i Principati nuovi; perchè gli uomini mutano volentieri Signore, credendo migliorare; e questa credenza gli fa pigliar l’arme contro a chi regge; di che s’ingannano, perchè veggono poi per esperienza aver peggiorato. Il che dipende da un’altra necessità naturale ed ordinaria, quale fa che sempre bisogni offendere quelli, di chi si diventa nuovo Principe; e con gente d’arme, e con infinite altre ingiurie che si tira dietro il nuovo acquisto.
Dimodochè ti trovi avere inimici tutti quelli che tu hai offesi in occupare quel Principato; e non ti puoi mantenere amici quelli, che vi ti hanno messo, per non gli potere satisfare in quel modo che si erano presupposto, e per non potere tu usare contra di loro medicine forti, essendo loro obbligato; perchè sempre, ancorchè uno sia fortissimo in su gli eserciti, ha bisogno del favore de’ provinciali ad entrare in una provincia.
Per queste ragioni Luigi XII Re di Francia occupò subito Milano, e subito lo perdè, e bastarono a toglierlo la prima volta le forze proprie di Lodovico; perchè quelli popoli, che gli avevano aperte le porte, trovandosi ingannati della opinione loro, e di quel futuro bene che si aveano presupposto, non potevano sopportare fastidi del nuovo Principe. È ben vero che acquistandosi poi la seconda volta i paesi ribellati, si perdono con più difficultà; perchè il Signore, presa occasione dalla rebellione, è meno rispettivo ad assicurarsi, con punire i delinquenti, chiarire i sospetti, provvedersi nelle parti più deboli. In modo che se a far perdere Milano a Francia bastò la prima volta un Duca Lodovico, che romoreggiasse in su’ confini, a farlo dipoi perdere la seconda, gli bisognò avere contro il mondo tutto, e che gli eserciti suoi fossero spenti, e cacciati d’Italia; il che nacque dalle cagioni sopraddette.
Nondimeno e la prima e la seconda volta gli fu tolto. Le cagioni universali della prima si sono discorse; resta ora a vedere quelle della seconda, e dire che remedii egli aveva, e quali può avere uno che fusse ne’ termini suoi, per potersi meglio mantenere nello acquistato, che non fece il Re di Francia.
Dico pertanto, che questi Stati, i quali acquistandosi si aggiungono a uno Stato antico di quello che gli acquista, o sono della medesima provincia e della medesima lingua, o non sono. Quando siano, è facilità grande a tenergli, massimamente quando non siano usi a vivere liberi; e, a possedergli sicuramente, basta avere spenta la linea del Principe, che li dominava; perchè nelle altre cose, mantenendosi loro le condizioni vecchie, e non vi essendo disformità di costumi, gli uomini si vivono quietamente, come si è visto, che ha fatto la Borgogna, la Bertagna, la Guascogna, e la Normandia, che tanto tempo sono state con Francia; e benchè vi sia qualche disformità di lingua, nondimeno i costumi sono simili, e possonsi tra loro facilmente comportare: e a chi le acquista, volendole tenere, bisogna avere due rispetti; l’uno che il sangue del loro Principe antico si spenga; l’altro di non alterare nè loro leggi nè loro dazi; talmentechè in brevissimo tempo diventa con il loro Principato antico tutto un corpo.
Ma quando si acquistano Stati in una provincia disforme di lingua, di costumi, e di ordini, qui sono le difficultà, e qui bisogna avere gran fortuna, e grande industria a tenergli; ed uno de’ maggiori rimedii e più vivi sarebbe, che la persona di chi gli acquista vi andasse ad abitare. Questo farebbe più sicura e più durabile quella possessione, come ha fatto il Turco di Grecia, il quale con tutti gli altri ordini osservati da lui per tenere quello Stato, se non vi fusse ito ad abitare, non era possibile, che lo tenesse. Perchè standovi, si veggono nascere i disordini, e presto vi si può rimediare; non vi stando, s’intendono quando sono grandi, e non vi è più rimedio. Non è oltre a questo la provincia spogliata da’ tuoi ufiziali; satisfannosi i sudditi del ricorso propinquo al Principe, donde hanno più cagione di amarlo, volendo essere buoni, e volendo essere altrimente, di temerlo. Chi degli esterni volesse assaltare quello Stato, vi ha più rispetto; tantochè abitandovi lo può con grandissima difficultà perdere.
L’altro migliore rimedio è mandare colonie in uno o in due luoghi, che siano quasi le chiavi di quello Stato; perchè è necessario o far questo, o tenervi assai gente d’arme e fanterie. Nelle colonie non ispende molto il Principe, e senza sua spesa, o poca, ve le manda e tiene, e solamente offende coloro, a chi toglie i campi e le case per darle a’ nuovi abitatori, che sono una minima parte di quello Stato; e quelli che egli offende, rimanendo dispersi e poveri, non gli possono mai nuocere, e tutti gli altri rimangono da una parte non offesi, e per questo si quietano facilmente; dall’altra paurosi di non errare, perchè non intervenisse loro come a quelli che sono stati spogliati. Conchiudo, che queste colonie non costano, sono più fedeli, offendono meno, e gli offesi, essendo poveri e dispersi, non possono nuocere, come ho detto. Perchè si ha a notare, che gli uomini si debbono o vezzeggiare o spegnere, perchè si vendicano delle leggieri offese; delle gravi non possono: sicchè l’offesa che si fa all’uomo, deve essere in modo, che ella non tema la vendetta.
[At this point, there is the sound of a book being closed. She's (technically) talked for 10 minutes, that counts as a monologue Live, her job is done, give points. But feel free to do something in return, she won't say no to more points!]